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Carnevale di Roma: nascita e sviluppo
Il cambiamento nel tempo del Carnevale romano
Con l’avvento al soglio pontificio di Papa Paolo II, e lo spostamento della sua dimora da Piazza San Marco a Piazza Venezia, che il Carnevale di Roma si festeggiò nella vecchia Via Lata in seguito ribattezzata come Via del Corso, in seguito alla corse di giovani, vecchi, asini e bufali e ai ricchi palii in premio che qui sono stati istituiti.
Via Lata, appunto, in quel tempo delimitava il centro abitato dalla pura campagna. Infatti Piazza del Popolo da cui partivano le corse era un luogo fecondo di coltivazioni, mentre invece Piazza di Spagna era un luogo ideale per il pascolo del bestiame.
In seguito ai divertimenti e ai giochi, la cultura e l’arte di Roma verranno notevolmente influenzati dal Carnevale di Roma.
Vennero coinvolti artisti e uomini illustri del calibro di Michelangelo, Donatello, Raffaello, Tasso e Goldoni come scrittori, scenografi, pittori e la presenza costante del popolo di Roma in festa.
La storia di Roma e il carattere dei Papi regnanti potrebbero essere analizzati vedendo il loro comportamento permissivo o remissivo di fronte alle pulsioni emozionali del popolo di Roma di fronte al Carnevale romano.
Da questo punto di vista, Papa Alessandro VI Borgia stupì tutti, nel 1501, con l’aggiunta della corsa delle prostitute alle varie competizioni.
La programmazione degli eventi nel Carnevale di Roma
Vi fu un programma per le feste carnascialesche, o meglio una bolla papale di Papa Paolo II che recitava così:
- il primo lunedì correvano gli ebrei, che prima della gara venivano costretti a mangiare tanto per renderli meno agili;
- il primo martedì correvano i bambini cristiani;
- il mercoledì correvano i giovani cristiani;
- il giovedì grasso correvano gli anziani over 60;
- il secondo lunedì correvano gli asini
- il martedì grasso correvano le bufale.
Si capisce, da tale programma, che il venerdì, il sabato e la domenica non si svolgevano corse.
Diverse fonti parlano della partecipazione alla corsa di nani, di zoppi, deformi.
Il popolo gioiva alla vista di questi competitori, e non risparmiavano loro battute scherzose e il lancio di oggetti.
Giostre, corse e battaglie avevano luogo nel centro della città in un brulicare di maschere di ogni tipo.
Due eventi furono molto amati e ripetuti nel tempo: la sfilata inaugurale e la corsa dei cavalli barberi.
Via del Corso era per giorni luogo di apparenza per le famiglie nobili, che mostravano le loro lussuose carrozze, gettando fiori e confetti a romani o forestieri giunti per l’occasione. La sfilata inaugurale rappresentava un vero e proprio corteo trionfale destinato a mostrare il potere del Papa regnante, che spesso era presente in testa al corteo.
A Piazza del Popolo si davano appuntamento tutti coloro che volevano inebriarsi dell’eccitazione della partenza, della presa dei cavalieri barbareschi che frenavano l’irruenza dei cavalli Barberi pronti a lanciarsi nella corsa.
L’evento più atteso era proprio la corsa dei cavalli Barberi che, tramite il loro scatto potente e il rombo degli zoccoli sulla terra e della scia dei pennacchi colorati rendevano il Carnevale una spettacolare bolgia.
Le maschere del Carnevale Romano
Via del Corso si riempiva oltre che delle classiche maschere tradizionali quali Meo Patacca, Rugantino e Cassandrino,
anche costumi tratti dalla vita quotidiana come il medico, il nobile oppure il brigante. I figuranti sui carri allegorici davano vita ad un vero e proprio teatro all’aperto con la riscoperta della cultura greco-romana occidentale.
Nel tempo queste figurazioni daranno vita al teatro, alla commedia dell’arte, e nobili e potenti venivano scherniti con maschere irriverenti. Molti spettacoli pirotecnici, durante il Carnevale Romano, raggiungevano la massima espressione artistica. Molto importante era anche la cosiddetta “festa dei moccoletti” nella quale adulti e bambini scendevano per strada con una candela accesa provando a spegnersela l’un l’altro in un gioco che riempiva il centro città di luci suggestive.
Dal punto di vista artistico, chi seppe cogliere l’anima profonda del Carnevale Romano, fu l’artista Bartolomeo Pinelli che riprodusse fedelmente nei suoi quadri questa spettacolare festa carnascielesca.
Purtroppo con l’avvento dei Savoia nel 1870 vi fu il tramonto del Carnevale Romano.
Infatti si narra che durante una corsa, un giovane attraversò improvvisamente la strada mentre sopraggiungeva un cavallo e morì proprio sotto gli occhi dei Reali. Vittorio Emanuele II abolì la manifestazione che da allora non fu mai ripetuta.
Anche noi de I Viaggi di Adriano come nel Carnevale Romano amiamo molte le maschere e il teatro all’aperto e perciò vieni a scoprirle nelle nostre fantastiche visite teatralizzate: